FM Studio Consulenza
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Il sistema di management "tradizionale" è, generalmente, di matrice tayloristica e per obiettivi; esso prevede una gestione incentrata sulle funzioni e sul presidio, chiaro e definito, dei loro confini. A ogni responsabile o direttore viene affidato il compito di conseguire un particolare obiettivo, ad esempio: aumentare le vendite, ridurre le scorte, migliorare la qualità del prodotto, ridurre i tempi del recupero crediti, mantenere costante il costo del personale. Esso si focalizza, prevalentemente, sui costi e sulle efficienze, dando luogo alla cosiddetta gestione per "centri di costo". L'approccio "integrato", dando la priorità ai meccanismi di generazione del valore, dà più importanza al presidio dei processi: l'implicazione di questo secondo modello è dover ridisegnare l'organizzazione aziendale.
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Quali sono i motivi che spingono un’azienda ad adottare una struttura accentrata o decentrata? L’accentramento è il modo più vincolante per coordinare l’assunzione delle decisioni. Tutte le decisioni vengono prese da una sola persona, e successivamente implementate attraverso la supervisione diretta. Dall’altra parte un’azienda adotta una struttura decentrata semplicemente perché tutte le decisioni non possono essere assunte da un solo centro, da una sola persona. Può capitare che le decisioni non possono essere trasmesse in quanto troppo qualitative e quindi difficili da comunicare o perché l'unico centro decisionale non le può comprendere. Il decentramento invece viene adottato sia perché permette all’azienda di rispondere prontamente alle condizioni locali sia per la sua capacità di motivare.
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Il contesto economico, già di per sé turbolento, di questi ultimi anni, con gli effetti indotti dalla globalizzazione e dallo sviluppo industriale di Paesi quali Cina e India ha reso più forte ed evidente nelle imprese di piccola e di media dimensione la necessità di dotarsi di sistemi di pianificazione e controllo dell’attività gestionale. Il controllo di gestione può essere definito come l’insieme dei processi, metodi, tecniche e strumenti a disposizione dei diversi livelli organizzativi che permettano ai singoli, in relazione al proprio ruolo e alle proprie mansioni, in via sia preventiva, sia concomitante, sia successiva, di monitorare la realizzazione degli specifici obiettivi prefissati in sede di pianificazione strategica e programmazione operativa.
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In virtù delle diverse dinamiche dei mercati, della maggiore facilità di circolazione del know-how e della più elevata trasparenza delle azioni dei concorrenti, le imprese hanno acquisito elevate competenze per formulare una strategia, e sempre più spesso si chiede alla consulenza direzionale un supporto per realizzare una strategia già elaborata internamente. Continua a leggere l'articolo allegato ...
Il controllo di gestione è spesso confuso, soprattutto nella piccola e media impresa, con la contabilità analitica o industriale.
Il controllo di gestione nasce invece come controllo direzionale, ovvero come strumento a supporto della Direzione per controllare la gestione aziendale, articolandosi essenzialmente nelle seguenti fasi:
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La prima vera criticità è percepire lo stato di crisi in cui versa l’azienda e generare una profonda coscienza nel management e negli azionisti che la situazione necessita di un cambiamento radicale. In tale contesto è fondamentale per l’azienda avere un sistema di controllo di gestione che permetta di valutare i parametri essenziali (Kpi) per monitorare le condizioni economico-finanziarie e distinguere i sintomi di una eventuale crisi, prima di tutto identificandone le cause interne ed esterne. Elemento cardine del controllo di gestione è costituito dal sistema di indicatori finanziari, gestionali e di altro tipo che, sottoposti a monitoraggio costante, possano supportare nel delicato processo di lettura dei sintomi di crisi e della conseguente individuazione delle relative azioni correttive.
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Un volta riconosciuto il momento di difficoltà, occorre rivolgersi a un consulente, un professionista o un’azienda specializzata in operazioni di ristrutturazione del debito. Nei casi non troppo complicati lo strumento di risanamento può anche essere unico: per esempio, un finanziamento a medio termine per consolidare i debiti a breve, oppure la cartolarizzazione dei crediti, attraverso cui le aziende raccolgono risorse finanziarie a fronte della cessione dei loro crediti. Continua a leggere l'articolo allegato ...
Gli obiettivi principali che ogni procedimento di budgeting o di programmazione può avere sono i seguenti: previsione del risultato economico, dei flussi di cassa e dell’evoluzione finanziario-patrimoniale dell’impresa nel breve o medio-lungo termine; determinazione degli obiettivi che l’impresa si prefigge di raggiungere nel breve o medio-lungo termine; fornire la base per un sistema di controllo di gestione e per la valutazione dei risultati delle singole aree aziendali. Continua a leggere l'articolo allegato ...
Un pratico foglio di calcolo per redigere i budget di costi, ricavi, investimenti e fabbisogno finanziario, nonché prevedere l'andamento di stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario, nell'ottica di minimizzare gli oneri finanziari e massimizzare l'utile: scarica gratuitamente il file !
Con riferimento alla variabile temporale distinguiamo due aspetti dell’equilibrio finanziario, legati alla solvibilità immediata a breve termine ed alla correlazione strutturale fonti/impieghi (assetto finanziario). Il previsto divario tra entrate ed uscite di mezzi monetari costituisce il cash flow globale previsionale e rappresenta il dato previsionale riassuntivo dell’intero ramo finanziario della gestione. Continua a leggere l'articolo allegato ...
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Gli interventi di TM vengono normalmente classificati in cinque macro categorie:
In termini più specifici, gli interventi di TM possono quindi avere l’obiettivo di:
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